14 Febbraio 2016,ore 9.56

Sciopero del tifo contro le tv Arsenal-Leicester inizierà nel deserto

Payet

«Vogliamo continuare a sognare con i nostri tifosi. Che nessuno ci svegli» ha dichiarato Claudio Ranieri, allenatore del Leicester, primo in Premier. Peccato che un brusco risveglio glielo stiano per dare i suoi tifosi. E proprio nel big match, ovvero Arsenal-Leicester, seconda contro prima. I tifosi ospiti hanno annunciato che si presenteranno sugli spalti dell’Emirates di Londra 5 minuti dopo il calcio d’inizio per manifestare il loro dissenso contro il cambio di data della gara, spostata dalle 16 di ieri alle 13 di oggi (diretta su Fox). E i tifosi dell’Arsenal, in segno di solidarietà, faranno altrettanto. Così la partita rischia di cominciare in uno stadio deserto. Un segnale contro le tv, che sempre più spesso spostano incontri di cartello alle 13, per favorire il vasto pubblico asiatico, che può così vedere le gare all’ora di cena. I network versano oltre 7 miliardi di euro per 3 anni, i quali, sommati ai diritti tv per l’estero (circa 3,9 miliardi di euro) rendono ai club di Premier più di 3,6 miliardi all’anno, facendone il campionato più ricco del mondo. Una cifra che si giustifica, anche, con la bellezza di vedere gli spalti sempre pieni. Un colpo d’occhio che, inizialmente, all’Emirates oggi non ci sarà. Lo sciopero del tifo in Premier arriva dopo l’altra clamorosa protesta per il costo dei biglietti. Il messaggio dei tifosi è chiaro: in uno sport in cui tutti guadagnano, perché dobbiamo essere noi gli unici a pagare?

Corriere della Sera