Il ritorno di Josè Mourinho a Stamford Bridge, casa del Chelsea, non poteva essere anonimo: lo Special One, da poche settimane allenatore del Benfica, ha esordito nella Champions League di quest’anno in Inghilterra, dove ha allenato i Blues per l’ultima volta nel 2015. Nelle fila della squadra londinese, invece, c’era un ex Benfica, ovvero Enzo Fernandez che l’11 gennaio del 2023, dopo un Mondiale da superstar segnava con la squadra portoghese battendo la mano sul cuore e promettendo fedeltà: venti giorni dopo il Chelsea sborsava 121 milioni e lui volò a Londra.
Due storie diverse, due accoglienze opposte: standing ovation per lo Special One, cori molto meno affettuosi per l’argentino.
LO STOP AI TIFOSI
Al 40’, sul punteggio di 1-0 in virtù dell’autogoal di Rios, il Chelsea ha guadagnato un calcio d’angolo dalla sinistra. Dagli spalti sono piovuti alcuni insulti verso Enzo Fernandez, ex di turno, ai quali il centrocampista argentino ha risposto con un applauso polemico. I sostenitori del Benfica che hanno mostrato tutta la loro rabbia spingendosi ben oltre i cori, è piovuto in campo di tutto, persino un telefono cellulare. Resosi conto della situazione che si era venuta a creare, Mourinho ha subito lasciato la sua area tecnica per dirigersi verso il settore occupato dai tifosi del Benfica. Lo Special One, con ampi gesti, ha chiesto a tutti di calmarsi e il suo intervento ha sortito gli esiti sperati, visto che poi Enzo Fernandez ha potuto battere il corner.
Per Enzo Fernández resta l’amaro di una serata segnata da fischi e contestazioni, simbolo di un rapporto ormai logoro con chi un tempo lo acclamava. Per Mourinho, invece, l’ennesima dimostrazione di carisma: a Londra lo venerano ancora, ma questa volta ha saputo conquistare rispetto anche gestendo con autorevolezza un momento di tensione.