Oggi è il primo luglio, la Premier League 2016/2017 apre ufficialmente i battenti e promette già molto spettacolo. Per far luce su quali saranno le prospettive del prossimo campionato, Calciopremier.it ha contattato in esclusiva Emanuele Corazzi, giornalista di Fox Sports ed esperto di calcio inglese.
Con l’arrivo di grandi allenatori, da Guardiola a Conte, passando dal ritorno di Mourinho fino al Leicester in cerca di conferme, cosa si aspetta dalla prossima Premier League?
“Sicuramente il livello è cresciuto molto ed adesso è molto alto. Il fatto che siano arrivati allenatori importanti dimostra che in Inghilterra, come anche in Spagna, si possono fare progetti interessanti, aumentando il livello tecnico e competitivo della squadra: naturalmente, i soldi aiutano inevitabilmente questo progresso. Ci saranno tante squadre che partiranno per arrivare nelle prime tre o quattro posizioni ma è ancora troppo presto per fare delle valutazioni poiché l’Europeo rallenta tutti i movimenti. Credo che il Leicester non si ripeterà perchè mancheranno varie componenti, due delle quali indispensabili nella scorsa stagione: intanto, il fallimento delle grandi che, in secondo luogo, ha acceso la scintilla per l’impresa, poiché la squadra di Ranieri andava in campo rendendo al centoquaranta per cento. Era una situazione figlia della classifica, quest’anno dovranno pensare a divertirsi con la Champions League portata in città e regalata ai tifosi. Al contrario, in campionato cercheranno di mantenere un livello alto inserendo giocatori giusti e futuribili, un’ottima strategia per competere alla qualificazione nelle coppe europee ed alla vittoria della Community Shield, in onda proprio su Fox Sports il 7 agosto”.
Swansea, Chelsea, Watford e Leicester: l’Italia ha conquistato la Premier League. Come si spiega questa scelta e cosa portano davvero gli allenatori italiani in Inghilterra?
“E’ chiaro che la cultura del lavoro è molto diversa tra i due Paesi: le esperienze di Ranieri e di Guidolin hanno reso consapevoli i dirigenti inglesi che gli italiani hanno un’impronta positiva. Al Leicester, così come allo Swansea, hanno fatto una cosa intelligente: sono andati in una cultura diversa, l’hanno rispettata e piano piano modificata. In questo senso, Conte ha intelligentemente inserito nel proprio staff Carlo Cudicini, ex portiere di Chelsea e Tottenham, poichè egli conosce le dinamiche fuori e dentro al campo: per esempio, nello spogliatoio i giocatori di Premier League ascoltano la musica, mentre il sabato sera spesso cenano con un buffet nell’albergo, comportamenti che in Italia sono impensabili ma che se tu vieti finisci per perdere la fiducia e la stabilità del gruppo. La chiave sta proprio nell’adattamento: Guidolin aveva Ambrosetti, è partito in punta di piedi e ha costruito un modo di essere. Devi mostrarti veloce ad inserirti nelle dinamiche calcistiche ma adeguarti più lentamente per quanto riguarda quelle culturali. Ero preoccupato per Conte, poi con la scelta di Cudicini mi sono rasserenato”.
L’arrivo di Ibrahimovic è sicuramente uno dei colpi dell’estate. Cosa può portare al Manchester United, sarà un’arma a doppio taglio visti il reparto offensivo folto ed il suo ego smisurato?
“Sono combattuto poiché sono curioso di dare la risposta a questa bellissima domanda: me la sto ponendo anche io. Negli ultimi due anni è calato fisicamente, sia nella reattività che nella velocità, ha sempre condizionato le sue squadre ma, se prima si inseriva spesso, adesso finisce per rallentare la manovra corale. Sono sicuro che in Italia avrebbe fatto 30 gol mentre, in una squadra dove devi vincere tutto, è un’ operazione rischiosa. Il suo ego non cambierà e neanche il suo modo di giocare: porterà il suo modo di essere nello spogliatoio ma sono certo che allo United mancasse un uomo di personalità come lui”.
Chi pensa debba rinforzare veramente la sua squadra per poter ambire al titolo? Potrebbe ripetersi un’altra favola come lo scorso anno?
“E’ un pò presto per capire quali saranno gli equilibri. Credo che correranno per vincere il Manchester City, lo United, che tra le favorite necessita ancora di qualche rinforzo, ed il Chelsea. Possiamo citare anche l’ Arsenal ma ho molti dubbi, il gap è elevato. Inoltre, ci sono una serie di squadre che potrebbero inserirsi”.
E’ rimasto sorpreso dalla permanenza di Wenger alla luce delle grandi proteste da parte dei tifosi durante la scorsa stagione?
“Lui fa ciò che vuole all’interno dell’Arsenal, ha un contratto fino al 2017 ed era scontato che rimanesse alla guida dei Gunners perché i grandi allenatori erano già tutti sistemati. Credo che da questa stagione la dirigenza inizierà a cercare il sostituto”.
La prossima stagione presenterà una novità storica: il West Ham cambierà casa. Crede che sia stata una scelta giusta o la dirigenza doveva tener conto della storia?
“Ti darò una risposta razionale: ho vissuto l’addio al Boleyn in prima persona e ho visto cosa pensano i tifosi, quanto sono legati a quel luogo. Mi dicevano che nonostante avessero vinto pochissimo quella era la loro storia. Io credo che la vita sia evoluzione, in qualsiasi campo. Se tu vuoi rimanere competitivo in un campionato che cresce esponenzialmente, devi cambiare. Lo scorso anno l’impianto poteva ospitare fino a 35.000 spettatori, quest’anno sono esauriti in breve tempo 52.000 abbonamenti, credo che il cambiamento sia stato giusto ed inevitabile”.
Giacomo Brunetti
Twitter: @giacomobrun24