Uno è andato e probabilmente non farà più ritorno.. Josè Mourinho nei giorni scorsi è stato esonerato dal consiglio d’amministrazione del Chelsea e dal suo caro e vecchio amico Abramovich che, a fronte dei continui risultati negativi, ha dovuto convincersi per il sollevamento dall’incarico del tecnico di Setubal. Il binomio Mourinho-Chelsea fin dal suo ritorno era ormai stato accettato da tutti, tifosi Blues o meno, perchè dopo tutti questi anni l’alchimia che si era creata tra questi due elementi era di un’assoluta rarità e bellezza. Non parliamone poi per chi a Stamford Bridge è di casa e nelle vene ha solamente sangue blu. Sangue reale? No… perchè se parliamo di calcio inglese non vale niente, contano solo i Blues.
Josè questo lo aveva capito fin dalla sua prima esperienza e ha sempre dato tutto per quei colori: animo e cuore sul campo e fuori quando c’era da difendere i propri uomini, lo staff, la società, i tifosi. Non ha mai guardato in faccia a nessuno e dall’alto della sua intelligenza e grande autostima ha sempre tirato dritto verso i suoi obiettivi. Quest’anno però la ruota non è girata, o meglio, non ha mai iniziato a girare se si vuol esser sinceri. La squadra che lo scorso campionato aveva massacrato la Premier League, si è ritrovata con giocatori più anziani e privi di stimoli e fame di vittoria. Probabilmente Josè aveva capito fin da subito i limiti e i problemi della sua squadra e aveva provato a fare quadrato attorno a sè ed i suoi giocatori. Le continue incomprensioni con i singoli e le esclusioni di prestigio decise da Mourinho hanno portato, prima ad una spaccatura nello spogliatoio e poi, di conseguenza, alla mancanza di risultati positivi. Stavolta Josè non ce la fatta, parte del gruppo lo ha abbandonato ma non loro.. quel magico pubblico di Stamford Bridge che, come ieri, non ha mai perso occasione per schierarsi dalla parte dell’unico suo vero condottiero. Accusati su tutti Diego Costa, Fabregas e l’ormai ex gioiello dei Blues Eden Hazard, perso nella sua crisi d’identità calcistica da ormai troppi mesi.
In questi casi si sa: per una società è più facile accorpare tutte le colpe e le negatività di un gruppo ad un unico singolo e, come spesso ci ha insegnato il calcio, quel singolo è quasi sempre l’allenatore. Adesso spazio al ritorno di Guus Hiddink che inizierà, almeno inizialmente, questa sua seconda avventura a Londra come traghettatore fino al termine della stagione.
Un Natale tanto felice purtroppo non lo passeranno nemmeno a Manchester, sponda United, con Luis Van Gaal in palese difficoltà ma fiero e sicuro del suo operato. Ieri l’ennesima sconfitta, in casa davanti al pubblico dell’Old Trafford e, per giunta, contro un avversario tutt’altro che ostico (ce ne voglia il buon Norwich), visto il notevole divario tecnico tra le due squadre.
Niente, non c’è verso di svoltare e cambiare rotta per lo United. Da una vittoria si passa a una pesante sconfitta e viceversa. Una cosa però riesce sempre a ripetersi in modo costante: il non gioco che i Red Devils che continuano a faticare e ad esprimere. Vero è che nulla è perso per questo United ma da ormai troppo tempo in zona Old Trafford si pensa che la squadra potrebbe far molto ma molto di più. I singoli non mancano e la rosa dispone di un buon quantitativo tecnico. In campo però poi il gioco collettivo si vede solo a tratti. Van Gaal intanto continua a parlare di processo di crescita verso la conquista del titolo della Premier League. Un azzardo? Uno stimolo? O è soltanto una visione utopistica del tecnico olandese? Dalla sua Van Gaal può comunque vantare una quinta posizione e 29 punti totalizzati finora. Se la crescita, come lui la definisce, si sta attuando è meglio che avvenga in fretta perchè intanto, alle sue spalle, si sta sempre più prefigurando l’immagine di uno che a Manchester è considerato un’istituzione. Quel sempre giovane Ryan Giggs che molti anni fa ha giurato amore e fedeltà ai Red Devils e che non si tirerebbe certamente indietro per sostituire Van Gaal.
Giggs aleggia per il futuro? Possibile ma non è l’unico, visto che in Baviera si è dato l’ufficialità dell’addio di Pep Guardiola. Il catalano per molti è dato in arrivo a Manchester anche se da capire verso quale sponda Citizens o United. E poi c’è lui, perchè gira che ti rigira torniamo sempre a parlare di lui. Quel Josè Mourinho (allievo di Luis van Gaal) appena esonerato che ha dichiarato di non voler prendersi alcuna pausa e di voler trovare subito una nuova panchina. Lo Special One che riparte dalla panchina dei Red Devils? E’ una delle tante possibilità ma qui ci permettiamo di dire che, forse, sarebbe una soluzione troppo amara per Josè, soprattutto verso il popolo Blues che oggi e anche domani continuerà sempre ad osannarlo.
LEONARDO VIGNOZZI
(foto ripresa da skysport.com)