“Bentornato Dragu”. Con questo messaggio il Tottenham ha riabbracciato ufficialmente Radu Dragusin, tornato finalmente a calpestare l’erba della Premier League dopo un’odissea durata quasi un anno. Il difensore rumeno è subentrato all’86’ della sfida vinta dagli Spurs a Selhurst Park contro il Crystal Palace, prendendo il posto di Archie Gray e mettendo fine a un incubo iniziato il 26 gennaio scorso.
“Ho visto la luce alla fine del tunnel”
Per l’ex Juventus e Genoa, il rientro rappresenta il traguardo di una lunga salita dopo la rottura del legamento crociato. Ai microfoni ufficiali del club, Dragusin non ha nascosto l’emozione:
“È stato un lungo viaggio che ha cambiato la mia vita, ma non ho mai smesso di lottare. Ho visto la luce alla fine del tunnel e non posso descrivere la felicità che provo. Mi mancavano queste emozioni, i tifosi e i compagni. In questi undici mesi ho imparato ad avere pazienza e a credere in me stesso. Per il 2026 spero solo in un anno migliore per me e per il club”.
Tra campo e mercato: l’ombra della Serie A
Nonostante il ritorno in campo, il futuro di Dragusin nel North London resta un rebus. Il giocatore ha glissato sulle voci di mercato, ma le parole del suo agente, Florin Manea, hanno scosso l’ambiente proprio a ridosso della finestra di gennaio.
Il Tottenham ha espresso la volontà di non cedere il calciatore, ma la necessità di giocare con continuità dopo un lungo stop potrebbe spingere per una soluzione diversa. “Se non avrà il minutaggio desiderato, valuteremo l’addio”, ha dichiarato Manea a Digisport.ro. “L’Italia sarebbe l’opzione migliore per andare in una grande squadra. So che l’Inter cercherà un centrale in estate, e ci sono voci su Roma e Napoli”.
Mentre si rincorrono le speculazioni su un possibile coinvolgimento di Fabio Paratici in ottica Fiorentina e sull’interesse di club di metà classifica in Inghilterra, la priorità di Dragusin resta la condizione fisica. Con un contratto fino al 2029, il Tottenham ha il coltello dalla parte del manico, ma l’agente è stato chiaro: “L’infortunio lo ha tenuto fuori 11 mesi, non possiamo aspettarne altri sette. Dobbiamo riflettere entro gennaio“.
