Senti citare il Manchester City, pensi inevitabilmente ai milioni degli sceicchi. O parlare di Chelsea, e pensi per forza di cose ai milioni del magnate russo Roman Abramovich. O ancora, senti nominare il Manchester United, e pensi per l’ennesima volta ad un bel pacco di milioni, quelli dell’imprenditore americano Joel Glazer. E fin qui, di dubbi, ce ne sono veramente pochi.
Poi, passeggiando per strada, origli due tifosi discutere di Newcastle, e il rimando istintivo alla questione monetaria è a grandi linee il seguente: “Ah, quel Newcastle penultimo in classifica, che ha appena ingaggiato Benitez per risollevare dalla polvere una stagione fallimentare. Poveri disgraziati, come potranno mai fronteggiare club del calibro di quelli sopracitati?”
Peccato che, proprio i disgraziati Magpies, abbiano investito nelle ultime due sessioni di mercato cifre tali da poter ampiamente competere con i ricconi d’alta classifica. Alt, trascurare l’odierna realtà dei Blues, che sul mercato hanno speso il giusto e si ritrovano ad occupare un’anonima decima posizione: annate storte capitano a tutti, prima o poi. D’altronde, e riprendo la faccenda tanto cara dalle parti di St.James, è risaputo come la Premier League sia lontana anni luce, in particolar modo dal punto di vista finanziario, dalla nostrana Serie A. Per un breve riepilogo, in merito alla campagna acquisti dei bianconeri, basti tener presente come il Newcastle, intenzionato durante la scorsa estate a dare una svolta definitiva al proprio processo di crescita, avesse messo a disposizione dell’ormai ex manager Steve McClaren la considerevole cifra di €70M.
La politica da intraprendere in quanto alle operazioni in entrata, rigidamente impostata a tavolino dalla società, vide sbarcare lungo le sponde del Tyne, ampio corso d’acqua che attraversa la città di Newcastle, giovani di assai brillante prospettiva, come Thauvin (18M), Mitrovic (18M) e Mbemba (12M), affiancati dall’allora stella olandese del Psv, Georginio Wijnaldum, costato ben €20M. Il mercato, condotto in maniera esemplare in quanto a tempistiche e organizzazione, ha però visto marcire i propri frutti sin dalle primissime giornate, in una situazione che è andata protraendosi per mesi e mesi.
La difesa dei Magpies trova spazio, costantemente, nella Flop 3 di giornata: nelle prime dieci, giusto per portare un esempio, la porta di Tim Krul viene violata ben 22 volte, per un totale di una media pari ad oltre due reti subite per gara. Dato allucinante, che dovrebbe far accendere sopra la testa dei dirigenti (e di Mc Claren) la famosa lampadina: “E se, nella prossima finestra di mercato, provassimo ad acquistare un difensore (ma anche un paio…) di primo livello?” Magari, chessò, concentrandovi la maggior parte delle risorse economiche che ci verranno messe a disposizione dai piani alti per evitare una fallimentare retrocessione…
La sessione invernale è alle porte, la squadra ha bisogno di una scossa: vengono dunque annunciati i tanto attesi colpi col botto, traducibili in Jonjo Shelvey (€16M per plevevarlo dallo Swansea), Andros Townsend (cifra pressochè identica, quella necessaria per convincere il Tottenham) ed Henry Saivet (€6M nelle casse del Bordeaux). Ah, e un dettaglio: di difensori, nemmeno l’ombra.
I Magpies, alla 31esima giornata, vagano ancora per i bassifondi della classifica, accompagnati dagli ormai spacciati Villans, e all’inseguimento del Norwich, lontano tre punti. Il calendario presenta impegni ardui per tutte le contendenti alla salvezza: di fatto, azzardare pronostici è ad ora pressochè impossibile.
Appare inverosimile, e si tratta di un’apparenza più che giustificata, come una squadra tanto attiva sul mercato rischi di precipitare rovinosamente in Championship, a causa di una di quelle annate storte di cui parlavo nei primi paragrafi, in merito al Chelsea targato Mourinho/Hiddink di questa stagione. Tuttavia, come in borsa, nel calciomercato spendere non è sempre sufficiente. Occorre, se mai ci fosse bisogno di dirlo, spendere bene. E, personalmente, non ritengo che i Magpies abbiano fatto una buona “Spesa”.
Considerando, poi, uno dei vecchi detti che talvolta mi piace disseppellire, mai come in questo caso appare evidente quanto “I soldi non facciano la felicità”. E forse, caro disgraziato Newcastle, neanche la salvezza.
SIMONE TORRICINI
(undicesimometro.wordpress.com)