Dalle ore 12 si sta tenendo la prima conferenza stampa di Josè Mourinho in veste di allenatore del Manchester United. Di seguito le principali dichiarazioni del portoghese:
“So qual’è il mio compito. So quali sono le aspettative. Conosco la storia del club e le speranze che i tifosi del Manchester ripongono in me. Penso di essere arrivato qui nel momento giusto della mia carriera. Mi sento pronto, ho grandi motivazioni, sono nel posto dove vorrei essere.”
Sulla mancata partecipazione del Manchester United alla prossima Champions League:
“Non nascondo di essere dispiaciuto del fatto che non disputeremo la prossima Champions League. Spero sia l’unica stagione in cui non faremo questo competizione. Il Manchester United è un club da Champions League e sono sicuro che dal luglio 2017 il club sarà di nuovo dove gli compete.”
Sui suoi obiettivi:
“Dipende sempre da come vengono approcciati. Io non sono mai stato bravo a nascondermi dietro parole di circostanza. Ho sempre avuto un approccio aggressivo, con tutte le conseguenze del caso. Non sono il tipo che gli piace dire frasi come “facciamo del nostro meglio”, “cerchiamo di rientrare nelle prime quattro” o “in Europa League faremo il massimo possibile”; io voglio sempre vincere.
Sul suo stile di gioco:
“Non si può vincere una competizione senza giocare bene. Ma cosa significa “giocare bene”? Non significa altro che segnare un gol in più del tuo avversario. Io voglio che la squadra faccia gol e non ne conceda. Voglio che i nostri tifosi ci supportino perchè negli ultimi 10 minuti stiamo difendendo il risultato.”
Su cosa pensa di dover dimostrare:
“Ci sono allenatori che hanno vinto il loro ultimo titolo 10 anni fa. Altri nemmeno ne hanno mai vinti. Io ho vinto il mio ultimo titolo 1 anno fa. Se io ho da dimostrare qualcosa immaginate gli altri. Io ho da dimostrare solo a me stesso perchè quella è la mia natura. Non sono in grado di lavorare senza pensare di poter aver successo.”
Sui cambiamenti necessari da fare:
“Potrei approcciare questo incarico mettendo le mani avanti e ricordare che ultimamente il massimo che abbiamo fatto è stato arrivare quarti oppure vincere la Fa Cup. Ho già lavorato in diversi grandi club e so che quando le persone sono abituate a vedere, anno dopo anno, lo stesso tipo di Manchester United, c’è bisogno di un cambiamento per migliorare la situazione. I successi erano una routine per questo club, per questo voglio cancellare gli ultimi tre anni. Non voglio giocatori che non credano di poter migliorare, che pensino che il massimo a cui possiamo ambire sia arrivare quarti”
Sull’ultima stagione al Chelsea:
“Ho 53 anni, non 63 o 73. Sono ancora giovane. La verità è che ho avuto delle difficoltà negli ultimi 5 mesi. Nel primo mese andava tutto bene, nel secondo le cose sono peggiorate, poi dal terzo mese è stato tutto un disastro”.
Sui trasferimenti:
“Abbiamo già ufficializzato il terzo giocatore? No, ma lo faremo presto. Abbiamo stabilito un nucleo di 4 posizioni chiave che riteniamo la priorità per il bilanciamento della squadra, ed è in questi settori che puntiamo a migliorarci in termini di qualità. Come ben sapete io generalmente apprezzo i giocatori con un ruolo specifico e non amo particolarmente i giocatori multi-ruolo. Certamente avere in squadra uno o due giocatori multi-ruolo aiuta. Averne qualcuno fa sempre comodo.”
Sugli obiettivi di mercato:
“Tre dei nostri obiettivi di mercato gli abbiamo raggiunti, sul quarto ci stiamo lavorando. Quando avremo chiuso per tutti quanti potremmo dire di aver dato una ossatura importante alla squadra, ma il nostro mercato rimarrà comunque aperto.”
Sul far giocare i giovani:
“Sapete quanti ragazzi ho portato in prima squadra dall’Academy? 49. Spesso i giovani vengono promossi per due motivi. Il primo è per necessità, ad esempio quando hai a che fare con molti infortuni e non hai altra scelta che affidarti anche ai giovani. Il secondo motivo è quando non lotti per grandi traguardi; in quel caso è piu facile affidarti a loro. Fortunatamente non ho avuto grandi problemi con gli infortuni dei giocatori, quindi non gli ho quasi mai promossi per questo motivo. Ho sempre promosso i giovani perchè ero convinto delle loro qualità. Allo stesso modo, solo nell’ultima stagione non ho lottato per il titolo, gli anni precedenti ho sempre lottato per la vittoria fino all’ultimo.”
Sull’addio di Giggs:
“Non ho mai negato le mie responsabilità, ma posso assicurarvi che non c’entro niente con l’addio di Giggs dal club. Giggs voleva semplicemente il ruolo che è stato affidato a me. Voleva essere l’allenatore del Manchester United. Ma i proprietari del club avevano deciso di affidare l’incarico a me. Giggs vuole fare l’allenatore, e ha fatto la stessa scelta che feci io 16 anni fa quando ero a Barcellona . E ha quindi preso questa decisione”.
Sempre su Giggs:
“Ai tempi io avevo ancora 2 anni di contratto col Barcellona ma decisi comunque di lasciare il club. Pensate che fu facile prendere una tale decisione? No, non fu facile. Ryan è stato onesto e gli auguro buona fortuna. E se un giorno volesse tornare qui, se ancora sarò presente e mi fosse chiesto di esprimere il mio parere al club, avrà sicuramente il mio supporto. Se un giorno tornerà qui da allenatore sarà semplicemente la conseguenza di ciò che sarà riuscito a dimostrare in questa veste.”
Sulla posizione di Rooney:
“Nel calcio ci sono vari compiti da svolgere sul campo di gioco. Quello più difficile da fare è quello di buttare la palla in rete. I giocatori cambiano le loro caratteristiche con il passare degli anni; è normale che essi cambino un pò. Ma la voglia di buttare la palla in rete non cambia mai. Può essere che non sia un numero 9 puro ma di certo, almeno con me, non sarà mai un numero 6. Non sarà mai neanche uno che starà 50 metri lontano dalla porta. Con me potrà essere un numero 9, un numero 10, un 9,5, ma sicuramente non sarà mai un numero 6 o un numero 8.”
Fine della conferenza stampa.
Tommaso Moreno
Twitter: @Calciopremier
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