03 Dicembre 2016,ore 10.09

Nostalgia 2000, esterno destro: David Beckham

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Dalle parti di Old Trafford hanno sempre avuto palati molto fini. E dagli anni ’80, il palato fine si è acuito verso una maglia in particolare, la numero 7. Fino a pochi anni fa ad indossarla sono stati grandissimi interpreti come George Best, Robson, Cantona, Beckham e Cristiano Ronaldo. Dalla partenza di CR7, purtroppo per i tifosi dei Red Devils (e non me ne vogliano i prossimi ad essere citati), i vari Owen, Di Maria e Depay hanno interrotto la striscia di fenomeni con la maglia che, ai tempi, era dell’ala destra. Ma questa è un’altra storia, e ci sarà tempo e modo di parlarne in un’altra occasione.

David Beckham, agli albori della sua carriera, si mostrò coraggiosissimo, a prendere una maglia del genere subito dopo Eric Cantona.

 

17 DEC 1995: ERIC CANTONA IN THE CENTRE OF THE MAN UTD WALL DURING THE PREMIER LEAGUE MATCH BETWEEN LIVERPOOL AND MANCHESTER UNITED PLAYED AT ANFIELD THE FINAL RESULT WAS LIVERPOOL2, MAN UTD 0. Mandatory Credit: Allsport/ALLSPORT
Cantona e Beckham in barriera durante una partita contro il Liverpool

 

David nasce a Londra il 2 maggio del 1975 e già a 10 anni, mostrando un talento fuori del normale, ottiene la possibilità di allenarsi e fare provini con vari club: Barcellona, Leyton Orient, Norwich City e Tottenham. Fallisce queste occasioni, ma nel 1991 ottiene l’occasione della vita con il Manchester United, e la sfrutta fino in fondo, lasciando anche gli studi per intraprendere la carriera sognata fin da bambino. Esordisce in prima squadra il 23 settembre del 1992, ma per un giovanissimo come lui c’è poco spazio in un club ambizioso come quello allenato da Alex Ferguson, così nel gennaio del 1995 va in prestito al Preston North End. È un prestito bimestrale, in cui gioca solo 5 partite. Ma nelle sue due reti c’è qualcosa che fa scattare una scintilla in chi lo guarda. Come segna? Una rete la segna su punizione, l’alta direttamente da corner.

 

26 Feb 2000: David Beckham of Manchester United in action against Wimbledon during the FA Carling Premiership match at Selhurst Park in London. The game ended 2-2. Mandatory Credit: Mike Hewitt /Allsport
Il calcio piazzato divenne uno dei marchi di fabbrica dello storico 7: tesa, a rientrare, per i portieri era una spina nel fianco

 

Torna a casa, e nella stagione 1995/1996 partecipa al double dei Red Devils con la maglia numero 24 sulle spalle e in quella successiva gli viene assegnata la numero 10, nell’ultimo anno di Cantona.

Poi il francese lascia il calcio, e soprattutto lascia quella maglia numero 7 che rappresenta ormai un simbolo per la prima squadra di Manchester. E il giovane decide di prenderla.

E con quella maglia, con quel club, in quello stadio, si fa conoscere come uno dei giocatori più forti della sua generazione, vincendo 13 titoli, tra cui 5 campionati e una Champions League, e segnando 83 reti in 374 partite.

 

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Con la numero 7 occupata da Raul, al Real Madrid passò alla numero 23

 

Ha tutto per sfondare: esterno destro di centrocampo con un piede favoloso, ha corsa, intelligenza tattica e visione di gioco, tanto da giocare quasi come un “regista laterale”. Sui calci piazzati pare una sentenza, sia quando si tratta di servire un compagno, sia quando c’è da battere direttamente a rete, con un movimento del corpo e del piede che diventano famosi e difficilmente imitabili.

Nel 2003 passa al Real Madrid, che lo strappa a quel Barcellona che lo aveva rifiutato qualche anno prima, e prende la maglia numero 23, col quale farà altrettante prodezze e vincerà molti altri titoli con i Galacticos di Florentino Perez. Poi l’MLS, il Milan e il Paris Saint-Germain, con il quale chiuderà la sua carriera calcistica.

E alla sua partenza da Manchester, a proposito di giovani coraggiosi, nacque la storia di Cristiano Ronaldo e della sua maglia numero 7.

 

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Sposato con Victoria, David ha tre figli. Il più grande, Brooklyn, ha provato inutilmente a sfondare con un provino per l’Arsenal, così ha intrapreso la carriera nel mondo dello spettacolo

 

RUGGERO ROGASI

Twitter @RuggeroRogasi

 

Le altre nostalgie del 2000:

-Portiere: Edwin van der Sar

-Difensore: Rio Ferdinand

-Difensore: Jamie Carragher

-Difensore: Sol Campbell