Più che una squadra, il Manchester United nella seconda stagione di Van Gaal è parso un cantiere con (molte) difficoltà di costruzione, sebbene all’inizio del campionato, visto un calciomercato segnato da grandi nomi e grandi cifre, avesse fatto molte promesse non mantenute per i propri tifosi.
LA SCORSA STAGIONE
Dopo la disastrosa annata di Moyes, chiusa al settimo posto senza qualificazione per una competizione europea, il mantra dello United era di tornare in Europa tramite una nuova guida tecnica (Van Gaal) e una buona sessione di mercato. Ecco quindi arrivare, per l’attacco, Radamel Falcao dal Monaco e Angel Di Maria dal Real Madrid. Non si sono rivelati degli acquisti azzeccati (4 reti per El Tigre, 3 per l’argentino), ma il quarto posto finale, a 70 punti, è stato comunque raggiunto, segnando il ritorno nell’Europa che conta e il ritorno nei campi più prestigiosi del continente.

LA STAGIONE APPENA CONCLUSA
Poi cambia tutto. Falcao non viene riscattato e va al Chelsea via Monaco, Di Maria passa al PSG, Van Persie vola in Turchia. Entrano quindi Bastian Schweinsteiger (9 milioni, Bayern Monaco), Matteo Darmian (18 milioni, Torino), Memphis Depay (34 milioni al PSV), Morgan Schneiderlin (35 milioni, Southampton) e Anthony Martial, il teenager più costoso della storia del calcio, per 50 milioni dal Monaco (ma potrebbero diventare 80 con i bonus nei prossimi anni).
Non è bastato però per riconfermarsi in Champions League: 5° posto finale, dietro gli odiati cugini del Manchester City, e una finale di FA Cup da giocare contro un Crystal Palace non irresistibile ma da non sottovalutare.

COSA È SUCCESSO?
Un mercato spropositato e sopravvalutato ha di sicuro sconquassato una rosa competitiva, anche se non perfetta. Van Gaal ha inoltre perso la fiducia della squadra già nelle prime giornate, sebbene l’inizio non sia stato terribile. E dopo aver perso l’appoggio dei senatori, si è rilanciato mandando in campo i giocatori della primavera, azzeccando alcune scelte. L’esempio più lampante è quello di Marcus Rashford, debuttante in Europa League nella partita contro il Midtjylland e a segno con una doppietta. Il ragazzo classe 1997 ha anche deciso le partite con Arsenal e Manchester City, candidandosi per un posto nel cuore dei tifosi dei Red Devils. Non hanno aiutato nemmeno le voci di un possibile esonero del tecnico olandese, sempre con l’ombra di Mourinho alle spalle, che di sicuro non ha rasserenato l’ambiente nonostante sia rimasto lì al suo posto dall’inizio alla fine.

COME RIALZARSI?
La prima mossa deve essere fatta al più presto: annunciare l’allenatore. Che sia la conferma di Van Gaal o l’arrivo di uno tra Mourinho e Pochettino, deve essere chiaro fin da subito chi sarà alla guida dei Red Devils dall’anno prossimo. Una volta scelto il condottiero, si potrà pensare al mercato per far tornare la rosa ai vecchi fasti dell’era Ferguson. Serve un difensore centrale, uno o più terzini (a seconda del recupero dell’altro Golden Boy Luke Shaw), un paio di centrocampisti, uno con caratteristiche da regista e uno più fisico, e una punta che affianchi Rooney, visto lo spostamento, con buonissimi risultati, di Martial sulla fascia mancina. Servirà anche un portiere se De Gea dovesse decidere di tornare in Spagna, con il Real Madrid sulle tracce del portierone spagnolo.
E quindi diamo dei nomi: perso Hummels, il nome di Varane del Real Madrid, magari come contropartita per De Gea, potrebbe essere azzeccato per la difesa, mentre per il centrocampo, perso Renato Sanches del Benfica, Gundogan in regia e Matic in uscita dal Chelsea (ma la conferma di Schneiderlin potrebbe essere determinante) sembrano i nomi giusti per sistemare la linea mediana per qualche anno. In attacco il sogno è Griezmann dell’Atletico Madrid, ma il francese costa tantissimo e si trova molto bene con i Colchoneros. Utopico pensare a Neymar o al ritorno di Cristiano Ronaldo, più vicino al PSG che ad un rinnovo con il Real Madrid.
E molto dipenderà da Wayne Rooney. A 30 anni non ha più la corsa di un tempo, e piano piano potrebbe trasformarsi da un attaccante potente ad un regista avanzato (come visto nelle ultime uscite), costringendo il club a cercare un altro nome per l’attacco, o almeno uno molto simile alle sue caratteristiche.
Capitolo Ibrahimovic: se ne parla sempre di più in ottica Manchester United, il valore dello svedese non si discute. Ma siamo sicuri che un giocatore con le sue caratteristiche farà bene ai Red Devils? È abituato a catalizzare il gioco della squadra, sacrificando la manovra a favore della dipendenza dalle sue giocate. Come detto, molto dipenderà dalla scelta più importante: quella dell’allenatore.

RUGGERO ROGASI
Le altre Giganti Cadute
