Quanto può pesare la partenza dello storico capitano e di una grande bandiera della squadra? Basta chiederlo al Liverpool, che con la partenza di Steven Gerrard ha capito quanto era davvero importante “Stevie” per le manovre dei Reds. Ma anche liberarsi di Sterling, cedendolo ad una rivale, non si è rivelata una grandissima mossa…
LA SCORSA STAGIONE
Sesto posto senza infamia e senza lode per il Liverpool di Brendan Rodgers nella stagione 2014/2015, le due coppe nazionali perse in semifinale e l’Europa League sfumata ai sedicesimi per una squadra che doveva pensare alla pesantissima eredità di Luis Suarez, ceduto al Barcellona per 80 milioni di euro, puntando tutto su Sturridge, Sterling, Coutinho e il capitano di mille battaglie Steven Gerrard, leader indiscusso di una rosa senza fenomeni ma ricca di talenti da far fruttare. E c’era anche Mario Balotelli, preso dal Milan per dar ricambio (e competizione) a Daniel Sturridge.
Ma è poca roba: Super Mario segna una sola rete in 16 presenze, Sturridge si infortuna e Sterling sente la mancanza dell’uruguaiano andato in blaugrana. La squadra si aggrappa alle giocate di Coutinho e al temperamento di Gerrard fino alla fine, con la speranza di far meglio l’anno successivo.

LA STAGIONE APPENA CONCLUSA
Ma non va meglio. 8° posto, con il sogni Capital One Cup infranto in finale e l’Europa League da giocarsi fino in fondo, domani sera.
Balotelli viene rispedito in rossonero, Gerrard migra negli USA, Sterling viene ceduto a peso d’oro al Manchester City e arrivano due grandi colpi (pagati tantissimo) per l’attacco: Roberto Firmino dall’Hoffenheim e Christian Benteke dall’Aston Villa, più l’arrivo dal prestito al Lille di Divock Origi.
Coutinho cresce ancora, soprattutto nella mentalità, Origi e Firmino levano spesso le castagne dal fuoco, ma quello che manca all’appello è il centravanti: Sturridge è fragilissimo e Benteke è completamente avulso dal gioco.
Sussulti arrivano dalle coppe dopo l’esonero di Rodgers in favore di Jurgen Klopp, sostituito al Borussia Dortmund da Tuchel: sconfitta ai rigori in patria (grandi rimpianti per la Capital One Cup, che poteva finire in ogni modo), arrivo in finale contro il Siviglia in Europa League, con impressa negli occhi dei tifosi la rimonta contro i gialloneri ad Anfield (da 0-2 a 4-3) che regala il passaggio in semifinale ai Reds e quella contro gli spagnoli del Villarreal. E la storia deve ancora essere scritta.

COSA È SUCCESSO?
Inutile dire che la mancanza di Stevie si è sentita. E dopo anni di leadership di un personaggio come lui è difficile che un giocatore prenda l’iniziativa e si autocandidi come punto di riferimento per tutti gli altri. La mancanza quindi di un sostituto (anche in campo) del numero 8 ha spezzato le gambe ad una squadra che si è sgonfiata alle prime difficoltà, e che a sprazzi si è presa qualche rivincita per evitare di buttare del tutto una stagione. Troppo a cuor leggero, poi, la decisione di cedere il giovane Sterling ai diretti rivali del Manchester City, anche se era lo stesso giocatore a voler andare e la sua stagione non è stata proprio esaltante. L’arrivo di Klopp è stata una boccata d’ossigeno, specialmente per la strada in Europa, ma che in campionato non ha dato i risultati sperati.

COME RIALZARSI?
È un leader in campo, quindi, ciò che serve al Liverpool. Gli elementi più talentuosi possono essere quelli più quotati a diventarlo (Coutinho su tutti), ma anche un giocatore più di esperienza come James Milner, un autentico motore infaticabile, potrebbe sostituire, almeno in parte, il più amato tra i giocatori dei Reds.
Le conferme di Coutinho, Origi, Firmino, Can, Ibe e Lovren potrebbero rivelarsi vitali, ma anche Sturridge può essere un elemento da non lasciar partire facilmente: lo spazio che ha avuto è stato poco, ma 8 reti in sole 14 apparizioni in campionato, peraltro nemmeno per intero, sono un bottino di tutto rispetto, e se sono vere le sue voci di un suo futuro passaggio all’Arsenal allora sarebbe bene pensarci due volte prima di cedere un attaccante come lui ad una diretta concorrente. Serve poi un centrocampista di quantità che possa sostituire il non più verdissimo Milner e un centrale che faccia fare il salto di qualità alla difesa.
In più ci sono le due situazioni attorno a Mignolet e Benteke.
Il portiere è troppo discontinuo, alterna prestazioni da saracinesca a indecisioni fatali, per questo Klopp si sta guardando intorno per un giovane che tiri fuori gli artigli (Rulli e Ter Stegen i preferiti del Mago), mentre Benteke dovrà cercare di convincere la società di poter tornare il finalizzatore di un tempo. L’Europeo potrebbe essere il giusto palcoscenico per convincere tutti.

RUGGERO ROGASI
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