Una stagione deludente. La scorsa estate il Manchester City era ancora una volta il favorito numero uno in Premier League e candidato a vincere la Champions League. Invece è arrivato solo il Community Shield di agosto: i continui infortuni di Haaland e in particolare la lunga assenza di Rodri sono stati davvero pesanti.
Il presidente Khaldoon Al Mubarak in un’intervista rilasciata ai canali ufficiali del City, ha parlato degli errori commessi nella finestra di mercato estiva dell’anno scorso e delle manovra future del club, soprattutto in vista del Mondiale per Club. Ecco le sue parole:
“Che cos’è, 15 stagioni di fila che ci siamo qualificati per la Champions League? Sette stagioni di fila semifinali di FA Cup. Per la terza stagione consecutiva abbiamo fatto la finale di una delle coppe più importanti del mondo (persa con il Crystal Palace per 1-0). In una stagione difficile come quella che abbiamo avuto, finire al quarto posto, non si avvicina affatto alle aspirazioni che avevamo, e non si avvicina nemmeno lontanamente all’alto livello che ci siamo prefissati in tutti questi anni. Ma va bene così. Ci sono molte lezioni apprese, molte esperienze che non dimenticheremo mai. Molte sfide che non ho mai affrontato personalmente, professionalmente, in questi ultimi 17 anni. Il culmine di tutto ciò è un’esperienza che credo sarà inestimabile per noi in futuro. Assolutamente.”
Il mercato
“Ripensando all’estate scorsa, penso che avremmo dovuto essere più aggressivi in alcuni dei cambiamenti che dovevamo apportare. Non l’abbiamo fatto e alla fine ci è costato la stagione. A gennaio sono arrivati quattro giocatori, il che dà un’idea di cosa ci aspetta quest’estate. Continueremo così, cercando di soddisfare le esigenze del club. Continueremo a fare il nostro lavoro, con una visione chiara. Il nostro obiettivo è avere una nuova squadra pronta per il Mondiale per Club“.
De Bruyne
“Kevin è stato semplicemente straordinario… quello che Kevin ha dato a questo club, a mio avviso, è il più grande giocatore che abbia mai giocato per questo club. Penso che i suoi successi parlino da soli. È stato un capitano. È stato un leader. È stato un compagno di squadra. È stato tutto ciò che ti aspetteresti dal tuo giocatore più importante. La sua influenza su tutti, dall’accademia alle comunità di tifosi, non solo del club del Manchester City, ma del calcio di tutto il mondo, è indiscutibile”.