Anche questa stagione la Premier League è terminata, ed è tempo di valutazioni. Una Premier che ha offerto un Liverpool dominatore, ed una vera e propria bagarre alle proprie spalle per i posti europei. Oggi Calciopremier.com vi propone il pagellone di tutte e 20 le squadre. Il voto tiene in considerazione solo del campionato, senza quindi che incidano le coppe in modo diretto, e delle aspettative che c’erano ad inizio stagione. Andremo in rigoroso ordine alfabetico.
ARSENAL: VOTO 6
I gunners chiudono per la terza volte consecutiva al secondo posto, ma a differenza delle ultime due stagioni senza mai essere realmente in corsa per il titolo. Arteta quest’anno ha scelto una versione più conservativa della sua squadra, e complici i numerosissimi infortuni, l’alibi della stagione, non è riuscito a fermare lo strapotere del Liverpool. Il cammino in Champions ha pregiudicato la seconda parte di stagione dell’Arsenal, che si stava per far raggiungere dalle inseguitrici. Arteta comunque porta la nave in porto. Degno di merito è l’inserimento di due giovani di grande livello come Lewis-Skelly e Nwaneri, oltre alla valorizzazione definitiva di Declan Rice. La società forse poteva aiutare il tecnico basco a gennaio, prendendogli un attaccante vero e proprio.
ASTON VILLA: VOTO 7
Come abbiamo detto nell’introduzione, le coppe non incidono direttamente sul voto finale, altrimenti il cammino europeo aumenterebbe la pagella dei villans. Ma non si può non tenere conto dello sforzo che la Champions richiede, soprattutto ad un club come l’Aston Villa. Emery ha faticato nei primi mesi a trovare la quadra con il doppio impegno, salvo poi ingranare nelle ultime 15 partite. Merito anche della dirigenza, autrice di un grande mercato di gennaio, con arrivi di livello come Asensio, Malen e Rashford. Emery poi ci ha messo del suo, mettendo a sistema tutti questi talenti, e facendo rinascere proprio la coppia Asensio-Rashford. Tielemans è stato il vero trascinatore della squadra, così come Onana quando non è stato infortunato. Il sesto posto vale l’Europa League, e confermarsi ad alti livelli non era per niente scontato. Tra l’altro Emery può anche recriminare sull’episodio arbitrale dubbio di Old Trafford, che poteva valere il pass per la Champions. Adesso vedremo come Monchi rafforzerà la rosa in estate.
BOURNEMOUTH: VOTO 7
Altro 7 per un tecnico basco, stavolta si tratta di Iraola. L’ex Rayo ha confermato di essere un ottimo allenatore, e che le proprie idee di gioco funzionano. Le cherries sono state una delle squadre più divertenti di tutta la Premier, con un gioco basato sul pressing, sui movimenti e sulle catene laterali. Tantissimi giocatori sono letteralmente esplosi al Vitality Stadium, sia giovani che promesse mancate, vedasi Huijsen, Kerkez, Semenyo e Kluivert. L’olandese è il capocannoniere della squadra con 12 reti, una stagione sorprendente per lui. Il club è ambizioso, anche se ha già perso Huijsen. Peccato per il calo nel finale, ma già giocarsi l’Europa è stato un bel sogno per il Bournemouth. Il progetto deve continuare così
BRENTFORD: VOTO 7.5
Ogni anno sembra che le bees debbano calare, ed ogni anno Thomas Frank stupisce tutti. Stavolta il tecnico danese ha dovuto far fronte alla pesantissima partenza di Ivan Toney, il bomber delle precedenti stagioni. Nessun problema, via libera all’attacco leggero ed al calcio champagne. I 56 punti sono un traguardo strepitoso, soprattutto se si guardano i numeri offensivi. Frank è passato negli anni da un abbottonato 3-5-2 ad uno spettacolare 4-2-3-1, indice di una grande adattabilità. Mbeumo, Wyssa, Shade e la regia di Damsgaard hanno fatto divertire tutti. Vedremo se a Londra rimarranno tutti, ma in ogni caso le bees si confermano come una delle realtà più belle e sostenibili di tutta la Premier.
BRIGHTON: VOTO 6.5
Il post De Zerbi non è stato così traumatico come alcuni pensavano. Merito di Tony Bloom, il pokerista proprietario del club, autore di un mercato con i botti. La scelta del giovane Urzeler in panchina alla fina ha pagato, soprattutto se si analizzano i margini di crescita del tecnico tedesco. Il calcio verticale e aggressivo, meno ragionato di quello di De Zerbi, ha portato a risutati altalenanti. La vittoria del Palace in fa Cup ha tolto lo spot europeo ai seagulls, ma i tanti ragazzi promettenti in rosa garantiscono un futuro roseo. Da segnalare la grande stagione di Baleba in mediana, l’esplosività di Minteh e la classe di Kaoru Mitoma
CHELSEA: VOTO 6.5
Voto complesso quello dei blues. Aspettarsi la Champions era il minmo secondo molti analisti, vista l’ampiezza ed il talento della rosa. Ma il lavoro di Maresca non è stato semplice, ha dovuto scegliere un blocco di giocatori dal quale ripartire, dopo le gestioni tecniche confusionarie degli ultimi anni. La squadra nei primi mesi ha espresso un grande calcio, moderno, chiaramente ispirato da alcuni concetti di Guardiola, il mini-Pep (come viene soprannominato Maresca da molti), ha poi dovuto affrontere un momento difficile dopo il Natale. La squadra non ha retto la alte latitudini, ed è calata, soprattutto nei suoi uomini chiave, Palmer e Jackson. Maresca è stato bravo ad avanzare Enzo Fernandez, ed a far esplodere Moses Caicedo, vera anima della squadra. L’ingresso nelle top 5 è stato centrato, ma le lacune difensive e di personalità rimangono. Questo comunque deve essere solo l’inizio del ciclo Maresca a Stamford Bridge
CRYSTAL PALACE: VOTO 7
Chiaramente è difficile giudicare l’annata del Palace senza pensare al clamoroso successo in Fa Cup. Per il club è stato il primo trofeo, ed il voto un po’ ne risente. I 53 punti finali comunque evidenziano il grandissimo lavoro di Glasner, dopo le prime partite difficili. Nella seconda parte di stagione la squadra volava, proprio come un’aquila, sulle ali dell’aggressivo 3-4-2-1. Eze è l’uomo di talento, coadiuvato dagli ottimi Mateta, Munoz, Guehi e Kamada, abbassato a centrocampo. Menzione d’onore per Henderson, miracolo a Wembley e autore di una bella stagione. L’ennesimo rimpianto del Manchester United, visto quello che Onana sta combinando ad Old Trafford. Adesso si può costruire su Glasner ed i suoi ragazzi
EVERTON: VOTO 6.5
La media dovrebbe essere quella tra il 5 dell’era Dyche ed il 7 dell’era Moyes. La stagione dei toffees è chiaramente divisa tra le due gestioni tecniche, ma a Moyes diamo mezzo punto in più. Lo scozzese è tornato a Goodison Park ed ha fatto la differenza, risvegliando una squadra che sembrava avere le pulsazioni al minimo, e senza aiuti sul mercato. Sarà lui la base del nuovo ciclo dell’Everton. Ndiaye è stata la rivelazione della squadra, il ragazzo cresciuto nelle strade di Marsiglia si diverte in campo. Ottima anche la seconda parte di stagione da parte di Beto, che finalmente ha fatto vedere le sue qualità negli ultimi 16 metri. Da 10 in pagella invece è l’addio a Goodison Park, uno degli impianti più storici e suggestivi del calcio inglese, celebrato al meglio dai tifosi toffees, sempre vicini alla squadra, anche nei momenti difficili. I Friedkin non possono sbagliare il mercato estivo.
FULHAM: VOTO 7
Come noterete, per adesso non c’è stata una singola insufficenza, dato che stiamo trattando tutte squadre che hanno sorpreso, e le big arriveranno tra poco. A Craven Cottage Marco Silva ha confermato quanto di buono fatto negli anni precedenti. Squadra scomodissima da affrontare, e letale in campo aperto. Il portoghese ha valorizzato giocatori presi dal sottobosco delle big europee, vedasi Raul Jimenez, Adama Traorè e Andreas Pereira. Ma la vera dinamo del Fulham è stata Antonee Robinson, autore di 10 assist, più di tutti da difensore. Solida anche la stagione di Bassey, spostato come difensore centrale. Ancora l’Europa non è arrivata, ma finalmente il Fulham è stabile in Premier
IPSWICH TOWN: VOTO 5
Ecco la prima insuffienza, che casualemente coincide con la prima retrocessa. I tractor boys tornavano in Premier dopo tanti anni di assenza. Il giovane tecnico Kieran McKenna si è dimostrato subito ambizioso, volendo mantenere il suo gioco offensivo. Il risultato è stato negativo, con 82 gol presi, complice una squadra non all’altezza. Una sola vittoria in casa, e 22 punti totali. Chiaramente l’Ipswich non era tra le favorite per la salvezza, ma ci si aspettava una lotta più serrata. Ottimo l’impatto con la Premier per Liam Delap, e per Hutchinson a centrocampo, due giocatori che difficilmente scenderanno in Championship
LEICESTER: VOTO 4
Il voto delle foxes può sembrare un paradosso. Ma le aspettative erano ben diverse. Il Leicester con Maresca in panchina aveva dominato l’ultima Championship, e con pochi rinforzi di livello la sensazione è che la squadra potesse lottarsi la permanenza in Premier. Invece Maresca è partito, direzione Londra, e gli innesti sono stati pochi. La squadra è stata in difficoltà in fase offensiva, incapace di creare occasioni, e lasciata nella mani del duo El Khannous-Vardy. A nulla è valso il cambio in panchina, anzi. Van Nistelrooy, ha fatto peggio di Cooper, ma probabilmente quasi nessuno avrebbe salvato questo Leicester. La proprietà sembra essere in gravi difficoltà, e non a caso la Premier ha messo sotto indagine il club. Nota agrodolce per l’addio di Jamie Vardy, che saluta Leicester da leggenda vivente, con 200 reti in 500 presenze, the GOAT.
LIVERPOOL: VOTO 9
Se un anno fa ci avessero detto che Arne Slot non solo non avrebbe fatto rimpiangere Jurgen Klopp, ma che avrebbe dominato la Premier, probabilmente non ci avremmo mai creduto. Ed invece è stato così, il normal one, ha conquistato tutti a Liverpool. Il suo stile diretto ha fatto breccia nella squadra, così come il suo calcio ragionato. Chiaramente l’anima metal della gestione Klopp è rimasta, ma Slot ci ha messo una spruzzata di quello che è il suo calcio. Un 4-2-3-1 con trame di gioco sofisticate. Salah fino a marzo è stato da Pallone d’Oro, ed ha polverizzato moltissimi record in Premier. La vera sorpresa è stato Gravenberch, cuore pulsante del centrocampo reds, in grado di fare tutto in campo. Van Dijk si è dimostrato il solito leader. Chiaramente 83 punti non sono moltissimi per vincere la Premier, ma i reds hanno dominato, potendosi permettere di alzare le mani dal manubrio nel finale di stagione. L’unico neo forse è stata la rosa un po’ corta, e le rotazioni ridotte all’osso di Slot. Ma che dire, per l’olandese è stato un successone, e potrebbe essere solo l’inizio
MANCHESTER CITY: 4.5
La fine dell’impero? Questa è la domanda che tutti si pongono sul Manchester City di Pep Guardiola. Una stagione da dimenticare, la peggiore per il catalano da quando allena. L’infortunio di Rodri ha scatenato una serie di problematiche latenti. La vecchia guardia sembra essere giunta alla fine del proprio ciclo, vedasi le partenze di Walker e De Bruyne. Neanche il poderoso mercato di gennaio ha rivitalizzato il City, anche se Marmoush è sembrato un bel colpo. Guardiola chiede rinforzi, ma dovrà dimostrare che il suo calcio può resistere alle nuove squadre di Premier. Non hanno brillato in molti, anche se Haaland ha comunque messo a referto l’ennesima stagione con 30 o più goal. Il soffertissimo terzo posto è indice che qualcosa forse sta cambiando
MANCHESTER UNITED: VOTO 3
La quindicesima posizione è un vero e proprio disonore per il Manchester United. I red devils quest’anno sono finiti nella parte sbagliata dela storia, battendo numerosi record, tra cui quello delle sconfitte in singola stagione (18). Più che un’annata quella dello United è sembrata una serie tv. Dall’assurda conferma di Ten Hag, all’arrivo traumatico di Ruben Amorim, incapace di fronteggiare una realtà più grande di lui. Quasi tutte le squadre sono sembrate più preparate ed atletiche dei red devils. Inoltre la società non ha aiutato, con le numerose polemiche alimentate fuori dal campo, come i tagli al personale. Trovare qualcuno che si salvi è complesso, sicuramente Bruno Fernandes, spesso da solo sull’isola. Amad Diallo è stato il volto nuovo dello United, capace di dare vitalità ad una squadra piatta. Senza Europa non sarà semplice ripartire. La rivoluzione è già in atto, ma serviranno sacrifici importanti. Andranno via big come Bruno, Garnacho e Mainoo? Da ricordare la presenza in rosa di Marcus Rashford, epurato proprio da Amorim e autore di un ottimo spezzone di stagione con l’Aston Villa
NEWCASTLE. VOTO 7.5
A dispetto della ricchissima proprietà saudita, i macpies si sono dovuti arrangiare sul mercato, complici i limiti imposti dal FPF. Howe però non ha fatto una piega, ed ha proposto il suo solito Newcastle, quello determinato ed aggressivo ammirato soprattutto due anni fa. Da gennaio la squadra vola, e porta a casa anche la Carabo Cup, oltre che la seconda qualificazione alla Champions in 3 anni. La svolta però ha un nome ed un cognome, Sandro Tonali. Rispetto alla scorsa stagione è lui l’arma in più. Howe lo schiera play-basso, dove determina, in tutti i modi possibili, assieme a Burno e Joelinton forma una delle mediane più forti al mondo. Isak davanti domina, con 23 gol, ed alcuni momenti di onnipotenza. Un nome che però ci sentiamo di fare è quello di Murphy. In mezzo ai vari top player citati qui sopra lui è una delle chiavi per Howe. Non avrà un talento spropositato, ma la sua utilità è fondamentale. Addiziona 12 assist a 8 gol, un warking-class hero
NOTTINGHAM FOREST: VOTO 8
Nuno Espirito Santo riporta il Forest in Europa dopo 30 anni. Già questo basterebbe per certificare la bontà del suo lavoro, soprattutto se paragonato alle ultime annate del club. Ma il settimo posto è quasi una beffa per il Forest, in grado di lottarsi un posto in Champions per diversi tratti della stagione. Nuno ha impostato una squadra old style, baricentro basso e lanci su Wood. Un Kick and Run in versione moderna, che si è basato soprattutto sull’elettricità di Elanga e Gibbs-White. Il centravanti neo-zelandese dopo anni da vero mestierante ha segnato 20 gol. Così come Sels, portiere di medio livello, si è trasformato nel migliore d’Inghilterra (con il Golden Glove a certificarlo). La differenza però l’ha fatta la difesa, con il duo Milenkovic-Murillo che in certi tratti della stagione è sembrato uno muro invalicabile. La Conference è comunque un grandissimo traguardo al City Ground
SOUTHAMPTON: VOTO 2
2, come le vittorie racimolate dai saints in questa annata. Una stagione incredibile, ma in senso negativo. La squadra non era minimamente all’altezza per salvarsi, ma anche dal putno di vista dello spirito, il Southampton ha dimostrato poco. Il record del Derby County 2007/08 è salvo, con 11 punti, a fronte dei 12 dei saints. Nessuno dei 3 allenatori è riuscito a tirare fuori qualcosa da questa squadra. Peggior attacco e peggior difesa, sommati a numerose statistiche da brividi. La dirigenza sembra però voler ripartire, con un tecnico di livello come Will Still in panchina. Da segnalare il talento Tyler Dibling, l’ennesimo sfornato dall’academy, anche in un’annata disastrosa
TOTTENHAM: VOTO 6*
Questo è il voto più difficile. Gli spurs hanno disputato un campionato al di sotto di qualsiasi aspettativa. Diciassettesimo posto e 22 sconfitte, non serve aggiungere altro. Postecoglou si è incaponito troppo sulla sua filosofia, e la squadra non ha retto. Troppi gli infortuni per poter pensare di imbastire una proposta così coraggiosa, e non a caso i gol subiti sono un dato lapalissiano. Dall’altra parte però c’è il cammino in Europa League, con Postecoglou che come promesso, ha riportato un trofeo nel nord di Londra dopo 17 anni. La vittoria in finale contro lo United è stata una liberazione per i tifosi del Tottenham. Il potenziale da cui ripartire c’è, adesso Levy dovrà capire da chi ripartire, se da Big Ange oppure no. Ma una cosa è certa, lo farà in Champions League.
*Alla fine abbiamo scelto di assegnare un 6, con uno strappo alla regola. Il caso spurs è più unico che raro, non era mai successo che una squadra così in basso in classifica vincesse l’Europa League. Per questo la sufficenza è una media tra la terribile annata in Premier, ed il trionfo di Bilbao
WEST HAM: VOTO 4.5
Un’altra delusione è rappresentata dal West Ham. Il mercato della scorsa estate doveva trascinare il club in una nuova era, quella di Julian Lopetegui. Lo spagnolo voleva avviare una rivoluzione culturale, rispetto allo stile british di David Moyes, che tanti risultati aveva portato. Il risultato è stato un ben servito all’ex Siviglia dopo pochi mesi, così come al ds Tim Steidten. In compenso Graham Potter non ha fatto meglio, anche se la stagione era ormai naufragata. Adesso gli hammers devono fare chiarezza e scegliere da chi ripartire. Se ne andranno molti senatori, come Fabianski, Coufal e Cresswell. Il drammatico incidente di Antonio è stata la pietra tombale sull’annata. A tenere alta la bandiera ci ha pensato il solito Jerrad Bowen, autore di 13 gol e 10 assist
WOLVERHAMPTON: VOTO 6
L’assunto: prima i punti, poi le pinte, ha funzionato. Il Wolverhampton da metà stagione ha cambiato marcia, precisamente da quando ha assunto Joao Pereira, tecnico portoghese di esperienza. Il mercato di gennaio ha portato nuova linfa alla squadra, e i wolves hanno collezionato una serie di 6 vittorie di fila. Certamente alcune mancanze nella rosa ci sono, e la lotta salvezza non è esistita da gennaio in poi. Inoltre la cessione di Cunha allo United andrà rimpiazzata. Benissimo la mediana formata dai due Gomes, così come Ait-Nouri si è confermato un terzino di alto livello.