28 Novembre 2015,ore 14.00

FOCUS CP, Coutinho: il Fanciullo è ormai Uomo

coutinho esulta

Partiamo con un gioco: immaginiamo un appassionato qualsiasi di calcio che sta seguendo una partita dell’Inter della stagione 2010-2011.

È il 27 agosto del 2010, per la precisione, e si gioca Inter-Atletico Madrid, valida per la Supercoppa Europea.

La squadra meneghina ha appena vinto tutto sotto la guida di José Mourinho, che però è andato al Real Madrid per vincere la Decima (che arriverà qualche anno dopo e non con il portoghese, ma questa è un’altra storia).

I giocatori in campo sono più o meno gli stessi: Eto’o, Sneijder, Cambiasso, Zanetti…

La partita sta perdendo ogni interesse, i Colchoneros sono in vantaggio per 1-0, ma ecco che al 79esimo minuto Benitez, arrivato per prendere l’eredità dello Special One, chiama in panchina Sneijder per far entrare un nuovo arrivato: è basso e piccolino, sembra che stia in piedi giusto perché non tira vento, ha i riccioli ai capelli, porta la maglia numero 29.

Il nostro appassionato random non l’ha mai visto, sa che l’Inter ha comprato un giovane brasiliano, dev’essere proprio lui.

Legge il nome sulla maglia: “Coutinho”.

Sì, sì, è proprio lui! Ha sentito un mese prima che è arrivato questo ragazzino dal Vasco da Gama, squadra brasiliana, per quasi 4 milioni di euro. Tutto dicono un gran bene di questo trequartista, chissà se è vero.

Pochi minuti dopo Agüero firma il 2-0 per l’Atletico e chiude la partita.

Il piccolo brasiliano fa poco, pochissimo.

E farà pochissimo anche nelle partite successive, per diversi mesi, anche se ogni tanto farà vedere qualche colpo di assoluta qualità.

Ora, immaginiamo che questo appassionato, dopo anni che non seguiva il calcio, abbia guardato sabato 21 novembre il big match di Premier, Manchester City-Liverpool.

I Reds passeggiano sugli Skyblues per 4-1, e saltano agli occhi le prestazioni di due ragazzi, un gol e un assist ciascuno. Uno dei due porta il 10, ed è proprio lo stesso che 5 anni prima portava il 29 fra i nerazzurri.

Ma è un giocatore completamente diverso: imposta, corre, dribbla, tira…

Philippe Coutinho Correia è cresciuto tantissimo dall’agosto 2010.

Come già detto, all’Inter non ha lasciato grande traccia (appena 5 gol in 47 partite), come anche nella parentesi in prestito all’Espanyol nei primi 6 mesi del 2012.

L’anno successivo l’Inter cede il ragazzo al Liverpool per 13 milioni di euro complessivi (di cui 3 di bonus legati ad obiettivi largamente raggiunti), prende la 10 e inizia la sua crescita.

La Kop lo soprannomina The Kid, il Fanciullo, per la sua statura e l’aspetto da ragazzino (è alto 171 centimetri per 68 chili).

Da allora prende in mano la squadra, la guida riportandola a lottare per la vetta, sfiorando il titolo nel 2014, e diventando una pedina sempre più indispensabile prima per Brendan Rodgers e poi per Jürgen Klopp.

È un trequartista puro, con visione di gioco e altruismo, ma non disdegna la giocata personale e nemmeno la conclusione da fuori area, che lo ha portato a fare diversi gol in Inghilterra (finora 21 in 118 partite con i Reds). Può giocare anche come ala e, all’occorrenza, mezzala in un centrocampo a 3.

Con lui sono cresciuti anche i suoi risultati: 3 gol i primi 6 mesi, 5 gol nel 2013-2014 e 8 nell’ultima stagione. E nella stagione in corso è già arrivato a 5, in 15 presenze tra campionato e coppe, di cui 4 segnati dall’arrivo di Klopp, a fine ottobre.

In nazionale non ha ancora mostrato il suo valore, chiuso com’è sulla trequarti da Oscar, ma è difficile non pensare che possa ritagliarsi uno spazio per giocare la Copa América con il suo Brasile, a suon di gol e grandi prestazioni, nel 2016.

In seguito all’interessamento del Barcellona, il club lo ha blindato con un contratto fino al 2020, dimostrando di voler puntare su di lui negli anni che verranno, dimostrando di aver fatto un affarone comprandolo quando era solo un fanciullo.

E dimostrando di voler puntare forte su di lui ora che è uomo.

 

RUGGERO ROGASI