23 Dicembre 2015,ore 12.00

FOCUS CP: Christian Eriksen, l’architetto danese con il vizio dell’assist

christian-eriksen-tottenham

Nell’estate del 2013, grazie alla cessione di Gareth Bale al Real Madrid per 94 milioni di euro, il Tottenham ha avuto per le mani un cospicuo bottino che ha riversato sul mercato.
In una sola estate sono arrivati a caro prezzo Erik Lamela e Roberto Soldado, entrambi per 30 milioni di euro, e Paulinho, circa 20 milioni.
Un po’ in sordina è stata registrata la notizia di Christian Eriksen, trequartista danese in scadenza dall’Ajax, per poco meno di 14 milioni di euro.
Tra questi quattro, dopo due anni e mezzo di calcio, proprio quest’ultimo, il meno oneroso, si è dimostrato l’acquisto migliore.
Soldado ha segnato troppo poco per essere un centravanti che fu accostato a mezza Europa, tanto che dopo appena 16 gol in due anni è tornato in Spagna, al Villarreal dove sta ritrovando la via del gol.
Il Coco Lamela ha lampi di qualità assoluta, ma si è dimostrato troppo altalenante (per il Focus di Calciopremier su Erik Lamela CLICCA QUI).
Paulinho ha dato tanta sostanza e dinamismo al centrocampo degli Spurs, ma la scorsa estate è approdato al Guangzhou Evergrande, in Cina.
Il danese invece ha stupito tutti: in 103 presenze ha segnato 25 reti e 25 assist.
Eriksen è un trequartista elegante, rapido di pensiero ed esecuzione, dal dribbling rapido e concreto. Calcia indifferentemente di destro e di sinistro, è dotato di un ottimo tiro, sia da azione sia da calcio piazzato, ma, soprattutto, vive per l’assist.
È proprio l’ultimo passaggio la sua qualità migliore: grazie alla sua qualità nel gestire il pallone è capace di mettere i compagni davanti al portiere per farli segnare.
Comincia il suo percorso a 3 anni, nel 1995, nel Middelfart, dove resta fino al 2005, anno in cui passa alle giovanili dell’Odense. 3 anni dopo viene ufficializzato il suo passaggio alla squadra primavera dell’Ajax, da sempre riconosciuta come fucina di campioni, e viene promosso in prima squadra nel gennaio del 2010, da Martin Jol.
A testimoniare la grande esperienza maturata con i Lanceri, il 23 febbraio del 2012, pochi giorni dopo aver compiuto 20 anni, gioca la sua centesima partita con i biancorossi in Europa League contro il Manchester United.
Chiude il suo ciclo in Olanda dopo tre anni con 32 reti e 66 assist in 132 presenze, per andare a Londra, al Tottenham, al costo di 14 milioni di euro.
Da qui è sempre più un crescendo: grazie alla sua duttilità trova spazio sia come trequartista, sia come esterno sinistro o centrocampista.
Nella sua prima stagione con gli Spurs totalizza 36 presenze condite da 10 reti e 12 assist, vincendo anche il premio assegnato dai tifosi come giocatore dell’anno.
L’anno successivo subisce un leggero calo, segna 12 reti e serve 5 assist, portando comunque la sua squadra in quinta posizione in campionato e in finale di League Cup, persa contro il Chelsea di Mourinho. Più sfortunata l’avventura in Europa League, finita ai sedicesimi di finale contro al Fiorentina, doppio confronto che non lo ha mai visto davvero protagonista.
La stagione 2015-2016 è iniziata un po’ al rallentatore: in 19 presenze totali ha segnato 3 gol (due su punizione, ad ottobre, nella stessa partita contro lo Swansea) e 8 assist, ricominciando comunque a collezionare grandi giocate e prestazioni nell’ultimo periodo.
Esordisce in nazionale nel 2010, a 18 anni, diventandone presto una colonna portante, totalizzando da allora 56 presenze, 6 reti e, immancabili per uno come lui, 10 assist.
Lo scorso novembre ha sfiorato la qualificazione al prossimo Europeo andando a sbattere contro la Svezia di Ibrahimovic ai playoff, rimandando una comunque difficile consacrazione a livello di competizioni tra nazionali.
A febbraio incontrerà di nuovo la Fiorentina, squadra che nella scorsa stagione lo ha completamente annullato.
Questa volta il genio danese spera che l’esito sia diverso: spera di portare alla qualificazione la sua squadra, magari con qualche assist vincente per i suoi compagni in modo da trafiggere la porta difesa da Gonzalo Rodriguez e Luigi Sepe.
Ovviamente, con i dovuti scongiuri.


RUGGERO ROGASI