Cesc Fabregas è stato un centrocampista magnifico, con una grande carriera alle spalle. Adesso si sta facendo strada anche in panchina con il suo Como. La sua proposta risente inevitabilmente l’influenza dei grandi allenatori che ha avuto. Il tecnico lariano in carriera ha potuto lavorare con delle icone come Wenger, Mourinho, Guardiola e Conte. Maestri dai quali apprendere, non solo tatticamente ma anche del punto di vista metodologico. Fabregas ha raccontato queste personalità al Corriere Dello Sport:
Il maestro Wenger
“Arsène è il migliore che ho avuto. Soprattutto ora, in questo mio inizio da allenatore, è una figura importante e presentissima. Mi ha scritto anche ieri, mi scrive sempre dopo ogni partita. Ci sono cose sue che mi porto dentro da allora. Come gestiva i giovani e come era moderno nel linguaggio, parlava con tutti, si soffermava a lungo dopo l’allenamento, teneva in grande considerazione anche l’ultimo del gruppo. Aveva sempre tutto sotto controllo e una straordinaria credibilità. Era veramente avanti, un formidabile anticipatore. mi colpiva il fatto che cercasse sempre giocatori in grado di adattarsi alla sua idea di calcio. Non importava che fossero i migliori, voleva quelli più funzionali. I Rosicki, i Van Persie, i Senderos, Xhaka, Reyes, Özil, Debuchy, poi, certo, anche i Bergkamp”
Su Conte
“Antonio è un fenomeno, un fenomeno. Potrei giocare e allenare giorno dopo giorno come fa Antonio? Sicuramente no. Però ho imparato tantissimo. Da Antonio, dalla sua metodologia e, soprattutto, dal suo messaggio costante, dalla sua idea. La mia è un po’ diversa dalla sua, tuttavia lui con la sua chiarezza e autorevolezza ti porta sempre all’obiettivo. Mourinho e Guardiola diversi? Ma diversi in cosa? Sul campo forse, ma fuori sono malati di vittoria, hanno una incredibile mentalità vincente e una notevole capacità di trasferirla alla squadra. Antonio è della stessa pasta».