22 Agosto 2025,ore 14.06

Eze obbliga Arteta a vincere. Il processo è termnato

Arteta

L’estate è il periodo dei sogni per i tifosi delle varie squadre. Il calciomercato riesce ad accendere gli entusiasmi in un secondo, basta un colpo ad affetto per sentirsi campioni. Questo sentimento è espresso al massimo dalla campagna acquisti dell’Arsenal, che ha generato un fomento incredibile nei tifosi Gunners. Basti pensare al fatto che la maglietta numero 14 (non un numero casuale nel nord di Londra) di Vikor Gyokeres, ha polverizzato tutti i record di vendita. All’Emirates c’è la voglia di vivere una stagione da protagonisti, dopo anni ad ottimi livelli, ma senza alloro. Il compito assegnato a Mikel Arteta a fine 2019 è stato arduo, riportare a piccoli passi l’Arsenal nel gota del calcio inglese, ed il basco lo ha fatto. Ma ora è tempo di concretizzare, di portarsi a casa la Premier League. La campagna acquisti era già stata formidabile, ma con l’arrivo di Eberechi Eze non ci sono più dubbi: Arteta deve vincere.

All-in

In Inghilterra la pressione sull’ex centrocampista è altissima, ed all’interno dello stesso club c’è la volontà di vincere adesso. La scelta di Andrea Berta è stata chiara, serve cambiare qualcosa, serviva un uomo di esperienza, con dei trofei conquistati. Berta non ha perso tempo, ed ha condotto una campagna acquisti mirata, con colpi funzionali, sia per allungare la rosa, come Norgaard, Kepa e Mosquera, sia per dare qualità, come Zubimendi e Madueke. Infine la mossa di Viktor Gyokeres, un all-in, un giocatore non più giovane, nel pieno dei suoi anni, che rappresentasse uno stravolgimento tattico per Arteta. Quando tutto sembrava tranquillo, Berta ha calato l’asso, scippando Eberechi Eze ai rivali del Tottenham. Insomma adesso l’Arsenal ha tutto, una rosa lunga, e le lacune del roster sono state limate. Seriva una punta in grado di finalizzare la manovra? Ecco Gyokeres. Serviva un cervello davanti alla difesa? Ecco Zubimendi. Serviva un creatore di gioco nella zona sinistra del campo? Ecco Eze.

La condanna della vittoria

La colpa di Mikel Arteta è stata quella di non riuscire a vincere nulla, se non una Fa Cup, e per giunta nel suo primo anno. Da lì “Zero Tituli“, per citare Josè Mourinho. Ma si può davvero ricondurre il lavoro del basco solamente ai trofei? Non va dimenticato che Arteta ha preso l’Arsenal nel pieno della sua Benter Era, con giocatori ormai logori e di medio livello, come i vari Chambers, Tierney, Holding, Cedric, Mustafi, e tanti altri. Arteta ha ridato identità al club, con un percorso graduale, valorizzando i giovani prodotti del vivaio, i vari Saka, Lewis-Skelly e Nwaneri. Gli investimenti sul mercato sono stati ripagati con la crescita di quasi tutti i giocatori arrivati a Londra. Infine bisogna sempre tenere conto degli avversari. Arteta si è confrontato con il Manchester City alieno di Pep Guardiola, che ha vinto il triplete nel 2023.

E ora?

Certamente l’assenza di titoli ha pesato su Arteta. I Gunners anche nell’ultima Champions sono andati vicini al traguardo, ma niente da fare. All’Emirates c’è voglia di vincere, ed alcuni tifosi hanno finito la pazienza. Uno striscione è spuntato fuori dall’Emirates: “Arteta out“. Il tempo per l’Arsenal è scaduto, adesso o mai più. Gli avversari si sono rinforzati, basti pensare al Liverpool o al City, ma stavolta non ci sono più scuse, l’opinione pubblica ha designato l’Arsenal come la candidata numero uno al titolo assieme al Liverpool. Arteta ha difeso il suo lavoro nel corso degli ultimi mesi: ” Negli anni il livello è cresciuto molto e adesso anche club meno blasonati possono lottare fino alla fine. Noi? Continua a scavare, scavare, scavare e devi continuare a scavare perché un giorno l’oro arriverà. Per tre stagioni abbiamo avuto più punti di qualsiasi altra squadra in questo campionato, il che è incredibile. È tutta una questione di costanza“. Tutto questo però non basterà più, gli investimenti della società sono stati un input chiaro. Questa sarà la stagione della vita per Arteta, ed in caso di mancata vittoria il “The Process“, sarebbe davvero arrivato alla sua conclusione.