16 Giugno 2016,ore 17.26

Euro 2016 Inghilterra-Galles 2-1: la cronaca

Esultanza Inghilterra

La situazione alla vigilia dell’incontro è una di quelle solitamente definite come “difficili da pronosticare”: l’Inghilterra, ferma ad un misero punto (frutto del pari ottenuto contro la Russia alla prima giornata), non può fare a meno di vincere, mentre il Galles (vincente nella gara d’esordio contro la Slovacchia) può silenziosamente permettersi di giocare per il pari.

 

PRIMO TEMPO

 

Le intenzioni degli uomini di Coleman sono ben chiare sin dalle prime battute di gioco, e gli inglesi prendono di conseguenza in mano le redini della gara imponendo il loro – sterile – possesso palla nella metà campo avversaria per praticamente l’intera prima frazione. Rooney&co arrivano spesso e volentieri alla conclusione, ma nessuno riesce ad impensierire concretamente Hennessey.

Gunter e Taylor rimangono bassi e non lasciano sbocchi sulle fasce a Lallana e Sterling, costringendoli ad accentrarsi aumentando la già elevata densità sulla trequarti difensiva dei gallesi. Il risultato è un’accozzaglia piuttosto casuale di maglie bianche che faticano a dialogare tra di loro, lasciando il solo Harry Kane a sgomitare con l’arcigno blocco difensivo avversario (costituito dal capitano, Ashley Williams, coadiuvato da Chester e Davies).

Gli unici proiettili che passano vicini alla porta difesa da Hennessey provengono dall’artiglieria difensiva: Cahill prima e Smalling poi sovrastano le torri avversarie e impattano la sfera, salvo sbattere contro l’intervento del numero 1 del Crystal Palace (nel caso del difensore del Chelsea) o contro il cartellone pubblicitario dietro la porta (nel caso del centrale del Man Utd).

Quindi, come in ogni partita di calcio britannico che si rispetti, prende il sopravvento la legge del “non segni tu? Bene, lo faccio io”, pronunciata nel caso specifico nientemeno che da Gareth Bale. L’attaccante del Real Madrid si incarica della battuta di un calcio di punizione da distanza siderale sul finir dei primi 45′, prende la rincorsa e scarica un bolide che si alza e si abbassa nel giro di una frazione di secondo per poi insaccarsi alle spalle di un Hart non esente da colpe. Doccia freddissima per gli inglesi, che entrano tutto ad un tratto nell’ottica di dover rincorrere una qualificazione che appare sempre più in salita.

 

SECONDO TEMPO

 

 

Hodgson non ci sta: dentro Sturridge e Vardy per gli impalpabili Sterling e Kane, con il 4-3-3 iniziale che si tramuta in un 4-1-4-1 avente l’onnipresente Dier come vertice basso e Rooney/Lallana come coppia di trequartisti. Il Galles persevera nella propria politica iper-difensiva, con un Ramsey letteralmente instancabile nelle vesti di ago della bilancia tra centrocampo ed attacco e Robson-Kanu come unico punto di riferimento centrale. Bale svaria su tutto il fronte offensivo: solo il nome incute timore nei cuori della retroguardia inglese, figuriamoci il resto.

Dentro Vardy, dicevamo. Passano 11 minuti, tempo necessario ad entrare in partita, che l’Inghilterra pareggia proprio grazie alla rete di puro istinito del centravanti del Leicester: Sturridge scodella in mezzo dalla sinistra, Williams viene sbilanciato mentre si trova già in volo per spazzare con la testa e Vardy sfrutta l’errore del Capitano dei gallesi per battere Hennessey da due passi.

Da qui in avanti (al pari di quanto accaduto nel primo tempo) è dominio assoluto degli uomini di Hodgson, che a venti minuti dalla fine getta nella mischia anche il diciottenne Rashford richiamando un appannato ma sempre dedito alla causa Lallana.

Da segnalarsi, fino a questo momento, anche una pericolosa conclusione di Rooney, disinnescata ottimamente dal numero 1 di Coleman. Anche il Galles ha le sue chances, ma non riesce a finalizzare né con il neoentrato Jonathan Williams né tantomeno con le frequentissime incornate di Bale. I dati, nel frattempo, parlano chiaro: l’inghilterra ha il 70% di possesso della sfera ed un indice di pericolosità circa tre vole superiore a quello dei gallesi.

Quando la partita pare destinata a chiudersi su di un 1-1 che lascerebbe uno spiraglio di qualificazione aperto a tutti, tra gli undici in maglia bianca ne spunta improvvisamente uno che si inventa il gol della vittoria: Sturridge (assieme ad Alli forse il più in ombra sino a quel momento) riceve sulla sinistra da Rose, scambia con Vardy e batte Hennessey giocando d’anticipo con un tocco fulmineo indirizzato con il destro verso il primo palo. Esultanza sfrenata e tre punti in cassaforte: la reazione dei Three Lions paga un po’ in ritardo, ma paga. E questo è l’importante.

La situazione di classifica vede adesso gli inglesi in prima posizione a quota 4, con Galles e Slovacchia appaiate al secondo posto a 3 punti e Russia ad 1 (frutto del pari con l’Inghilterra) in ultima posizione.

 

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SIMONE TORRICINI

Twitter: @TorriciniSimone