Sarà L’Irlanda del Nord ad affrontare l’Italia nella semifinale play-off per l’accesso ai Mondiali. La sfida del 26 marzo sarà una occasione per alimentare i sogni Mondiali per i ragazzi di O’Neil. Chiaramente come la Scozia, il Galles e l’Irlanda, c’è tanta influenza della Premier League. Andiamo a scopire i pericoli maggiori per gli Azzurri. Il Mondiale a Belfast manca dal 1986.
Tanta Premier
Il primo nome è chiaramente quello di Conor Bradley. Il terzino del Liverpool è per distacco il miglior giocatore della squadra. Un terzino fisico, con ottime doti difensive (chiedere a Vinicius per ulteriori informazioni), e con una bella dote propulsiva. Fin dal suo expolit, avvenuto in un Liverpool-Chelsea, il ragazzo è diventato un idolo della Kop. In questa stagione Slot lo sta preferendo spesso al nuovo acquisto Jeremie Frimpong. Sfortuna vuole che un altro pezzo da 90 della squadra occupi proprio lo stesso ruolo di Bradley, ovvero Trai Hume. Anche lui è un laterale con attitudine difensiva, è stato uno dei protagonisti nella grande risalita del Sunderland. Allo Stadium of Light è un beniamino, come testimonia il “Hume, Hume, Hume, Hume” che sale dagli spalti ad ogni sua chiusura. Sulla trequarti la qualità la porta Justin Devenny, ragazzo del Crystal Palace, capace di giocare sia come mezz’ala, sia come trequartista nel 3-4-2-1 di Glasner. A Londra è una riserva, ma il suo apporto in nazionale non manca. Infine c’è Isaac Price, centrocampista del West Bromwich, e dotato di un ottimo tempo nell’inserimento. Quasi un metro e novanta, con cinque gol in questa Championship, attenzione soprattutto sui piazzati. Per il resto la rosa non presenta grandi talenti, ma la voglia dei ragazzi di O’Neil non mancherà. Le squadre britanniche sanno compattarsi come poche altre quando c’è bisogno. L’Irlanda e la Scozia hanno espresso questo concetto in questi giorni.
