20 Dicembre 2025,ore 13.54

Arteta: “Un viaggio straordinario all’Arsenal, e il meglio deve ancora venire”

Arteta

Sei anni alla guida dell’Arsenal e la sensazione che il meglio debba ancora arrivare. Mikel Arteta si è raccontato ai microfoni di Sky Sports, ripercorrendo il suo percorso sulla panchina dei Gunners, parlando del riconoscimento ricevuto da Lionel Messi e condividendo la sua idea di cosa significhi davvero essere un allenatore d’élite.

È stato un viaggio straordinario, davvero veloce”, ha spiegato il tecnico spagnolo. “Da quando sono arrivato sono successe tante cose: i primi mesi, poi il COVID e infine l’evoluzione della squadra e del club in modo davvero positivo”. Un percorso intenso, che Arteta vive con gratitudine: “Mi sento fortunato di essere qui, mi godo ogni minuto. Non lo do mai per scontato e spero che la parte migliore debba ancora venire”.

Nel corso dell’intervista, Arteta ha commentato anche il voto di Lionel Messi, che lo ha indicato come terzo miglior allenatore del mondo. “È bello sentirlo”, ha ammesso. “Parliamo del miglior giocatore della storia del calcio. È qualcuno che ammiro moltissimo e sapere che ha occhi per la nostra squadra e per il lavoro che abbiamo svolto è motivo di orgoglio”.

Arteta ha poi allargato il discorso sul valore degli allenatori e su cosa determini davvero l’élite nel calcio moderno. “Alla fine, che tu sia un giocatore o un allenatore, è quando vinci i trofei più importanti che ottieni quel riconoscimento”, ha spiegato. Tuttavia, il tecnico dell’Arsenal ha voluto sottolineare come il lavoro di molti colleghi venga spesso sottovalutato: “In questo campionato ci sono allenatori che fanno un lavoro incredibile per molte stagioni, anche in club che non hanno la possibilità di lottare per la Champions League. In certi casi, hanno fatto un lavoro migliore di altri”.

Infine, Arteta ha parlato del suo desiderio di raggiungere il traguardo simbolico delle 1000 partite da allenatore. “Mi piacerebbe molto”, ha confessato. “Serve avere la pelle dura, tanta esperienza e persone valide intorno. Se lo farò, voglio farlo con l’energia che ho oggi, ma con molta più conoscenza”.

Una cosa, però, è già chiara: la passione non manca. “Amo quello che faccio. Per rispettare questo gioco e questa professione, bisogna davvero divertirsi. E io mi diverto ogni giorno”.