FOCUS CP, Le perversioni di Van Gaal e il suo United

C’era una volta a Manchester una squadra che macinava record su record, vittorie e titoli. Per i più nostalgici anche un Old Trafford degno di nome. Nel rettangolo verde di gioco comparivano ogni domenica 11 diavoli rossi pronti a sputare sangue ed in grado di proporre un calcio invidiabile a molte big europee. Sugli spalti poi, il cuore pulsante dell’animo United: una tifoseria calda e numerosa in pieno stile British.

Se oggi pensiamo allo United.. forse sono rimasti solo loro. Solamente i tifosi, quelli più sognatori e che continueranno a crederci e sostenere i propri colori e giocatori fino all’ultimo. Tranquilli, squadra e società risiedono al solito posto ma per quanto riguarda il bel gioco.. beh a Manchester pare se ne siano perse le tracce da ormai troppo tempo.

Ci aveva provato David Moyes nelle stagioni precedenti a rinfrescare l’ormai logoro e longevo United dell’uscente Sir Alex Ferguson. Per l’ex Swansea però, la missione falli’ e la dirigenza lo rimpiazzò con l’ex Bayern Luis Van Gaal. Un nome importante, un tecnico da United insomma, fresco di vittorie in Bundesliga e dalla figura autoritaria e professionale. L’olandese nella sua prima stagione (2014/2015) parti’ male per poi ottenere un quarto posto finale in classifica.

Il mercato in queste due stagioni non è certo mancato e alla causa son arrivati fior di giocatori allo United. Giocatori espressamente richiesti dallo stesso Van Gaal, secondo il quale, i Red Devils già dalla seconda stagione (ovvero quella attuale) sarebbero stati in grado di vincere il campionato. Un azzardo o solo la conclusione di tutte le previsioni di un uomo di calcio esperto come Van Gaal? Non ce ne voglia il tecnico olandese ma la prima possibilità è quella più veritiera, visti i risultati conseguiti dallo United da quando, proprio Van Gaal, ne è il manager.

Quest’estate sono arrivati vari innesti all’Old Trafford: da Schneiderlin, Darmian, Martial, Schweinsteiger, Depay.. Tutti grandi giocatori che però finora non son riusciti a riportare allo splendore il Manchester United. Come si era avvertito nella scorsa stagione, anche in quella attuale le cose non stanno certo cambiando. La rosa numericamente e qualitativamente c’è ma ciò che manca veramente è il gioco in casa United.

Van Gaal lo ha definito più volte un processo di crescita temporaneo ma per buona parte dei tifosi, lo United quando scende in campo, da sempre la sensazione di “un’accozzaglia” di campioni, i quali condividono solo la divisa e i colori che portano addosso ogni domenica. Troppo spesso i Red Devils hanno fornito prestazioni impalpabili, neutre e prive di trame di gioco. Se si guarda la classifica finora lo United ha vinto 8 gare su 15, pareggiandone 5 e perdendo 2 volte nelle altre 7 gare. 29 punti in 15 giornate in fondo non son certo pochi, eppure se provate a chiedere ad un qualunque tifoso dello United cosa ne pensa dell’andamento della sua squadra, la risposta non sarà certamente positiva. I risultati ottenuti finora sono frutto soltanto della buona condizione dei singoli e non del collettivo. Il buon impatto di Depay e Martial con la massima serie inglese, l’esplosione di Lingard, prodotto del vivaio, la personalità di Darmian e l’imposizione (seppur alterna) di Schneiderlin in mezzo al campo. Tutte note positive è vero, ma se andiamo a vedere nell’arco di tutti i novanta minuti qualche dubbio ci rimane.

Lo United non da l’idea di sapersi imporre sugli avversari, qualunque essi siano. Può contare solo sulle giocate e l’exploit dei singoli. Tutto qui… nient’altro da dire in loro favore, mentre intanto nel tempio dei Red Devils il gioco continua a deficitare. Per Van Gaal tuto rientra nei piani del processo di crescita e ciò che conta sono soltanto i tre punti. Proprio quei tre punti che il tecnico olandese fatica ogni volta a raggiungere. Senza idee di gioco e un possesso palla degno da top club risulta davvero difficile sorridere ed esser contenti della stagione dello United.

 

E chissà cosa ne pensa il veterano Wayne Rooney, ormai unica bandiera di uno United vincente che fu. Il capitano e centravanti della squadra non può esser soddisfatto di un Manchester cosi’ limitato nella costruzione del gioco e di vittorie. Wayne è l’ultimo baluardo rimasto in attività dell’era Ferguson e sicuramente l’involuzione subita dalla sua squadra si è ripercossa anche su di lui.

Van Gaal fin dalla scorsa stagione ha abusato in modo perverso della duttilità tattica e di gioco del suo numero 10. Pur di giocare con 4-5 attaccanti per riuscire a vincere una partita, l’olandese limitava Rooney andandolo a posizionare sulla trequarti o, come si è visto in queste prime 15 giornate, addirittura sulla linea di centrocampo per creare gioco in mezzo e lasciare spazio agli altri attaccanti. Una scelta poco condivisibile soprattutto se uno dei tuoi attaccanti si chiama Wayne Rooney ed è in grado di segnare almeno un gol ogni due partite (172 reti in 352 gare disputate con la maglia dello United). Come è possibile limitare un giocatore come Roone, che ha fatto la storia del calcio inglese e segnato ad ogni squadra che si è trovato contro?! In fondo basta pensare alle recenti e negative dichiarazioni che i suo ex compagni hanno rilasciato nei confronti dell’attuale tecnico, reo secondo loro, di non esser in grado di dare un’anima alla squadra.

Wayne sicuramente questo cambiamento tattico l’ha risentito e i numeri parlano chiaro: 12 reti in 33 presenze nella scorsa stagione. Quest’anno invece è andato in rete soltanto due volte nelle prime 15 gare. Dati allarmanti per un campione mondiale come Wayne Rooney e che dovrebbero far riflettere un tecnico esperto come Van Gaal. Noi non siamo tecnici ovviamente, ma ci meraviglia che certe scelte tanto ostinate vengano prese da un tecnico affermato e capace di vincere negli anni passati.

 

Nessuno chiede passi indietro o un “mea culpa” da parte del tecnico. Ciò che tutti i tifosi dei Red Devils vorrebbero è una minima identità di gioco e di collettivo per poter continuare a vantarsi del bel calcio che la loro squadra produce e portare sempre in alto i colori del Manchester United.

 

LEONARDO VIGNOZZI


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